Il lavoro nel suo insieme (installazione+catalogo+blog
inscindibili) è una riflessione sul differenziarsi esperienziale di fronte alle
cose che accadono.
Una volta chi poteva viaggiare ampliava le sue conoscenze
spazio-temporali più di uno stanziale. Chi sapeva leggere poteva accedere alle
esperienze di altre vite archiviate in parole e attraversare così anche il gap
spazio-tempo.
Ora è anche l’accesso o meno al virtuale a creare distanze
tra i “viaggiatori”: siamo sempre più unificati/differenziati nella
partecipazione spazio-temporale delle esperienze proiettive di un altrove
rispetto alla nostra quotidiana fisicità.
Opera in mostra
Un’invasione cartacea di manifesti pubblicitari illeggibili
dilagano nello spazio (quanto basta per reggere la dimensione della sala senza
che impediscano di fruire delle altre opere a parete. Sono illeggibili in
quanto sono solo una parte dell’intero manifesto, essendo quelli per grandi
cartelloni stradali),(sono le nuove cromie che assorbiamo come “nostro luogo di
natura”, in quanto non è più il verde, ma i manifesti il nostro habitat
cromatico… Orizzontali perché comunque il viaggio virtuale avviene ancora per
lo più in uno spazio 2D da cui inizia a estrudersi in 3D qualche isolata
esperienza).
L’occupazione del suolo spezzata da un sentiero sgombro che
conduce a due sedie vuote, connesse tra loro da una “rotaia” bianca in legno,
tipo sponda da lettino, da cui si snodano scrolls di immagini e informazioni, e
nastri bianchi di parole con scrittura amanuense che riproduce in zapping
parole catturate da programmi televisivi in cui si navigava prima del nuovo
regno internet (I nastri scritti fanno parte di un lavoro iniziato nel 1998).
Le sedie si danno di spalla, al contrario dell’immagine che
sarà a catalogo, in cui ci sono due persone sedute che si fronteggiano,
completamente avvolte di parole che ne immobilizzano il corpo. Connessi in un
incontro solo di parole, senza possibilità di interlacciarsi “real mente” con
l’altro.
Differenti piani tra esperienza fisica e virtuale tra chi:
visita la mostra,
visita la mostra sfogliando il catalogo,
sfoglia il catalogo senza vedere la mostra,
sfoglia il catalogo e prende il suo tempo ad approfondire il
contenuto passando all’indagine on line del materiale che documenta la mostra.
(Questo motiva anche il mio spezzettare la parola VIR TU ALI: da un mix
latinitaliano si può leggere > tu sei il soggetto della forza delle tue ali,
se non APProfondisci è per debolezza tua…)
E’ ormai un limite superabile stampare in catalogo un’ombra
artefatta che precede la realizzazione di un lavoro che ancora non ha fisicità,
potendo avere a disposizione il QRcode che rimanda direttamente al sito in cui
ci sono le foto vere dell’installazione nella sua fisicità reale. Prima che il
catalogo circoli il blog sarà aggiornato con gli scatti eseguiti
all’installazione. Già la foto in sé traspone l’esperienza su un diverso piano
rispetto al “transitare” all’interno e all’intorno di un’installazione…perché
“fingere” una documentazione quando ci sono gli strumenti che interconnettono
cartaceo e virtuale?
In tutto il mio lavoro ho sempre camminato intorno a questo
dialogo e confronto tra cartaceo e nuovi spazi senza la componente di
esperienza tattile.
Nell’installazione le persone non ci sono e non ci devono
essere.
Le foto si riferiscono a una performance di una decina di
anni fa. In Internet le immagini perdono riferimento temporale e navigano in un
brodo universale atemporale in cui solo l’uso le va a ripescare…così come io
ripesco tra le mie esperienze e le ripongo in gioco annullando il tempo
trascorso.
Solo chi guarda contemporaneamente catalogo e mostra può
avere un dato esperienziale in più, in quanto sarà compito suo proiettare nello
spazio fisico la scena documentata da una foto delle due
persone “mummificate”
di parole. (Trasposizione spazio-temporale effettuabile solo grazie
all’immaginazione, in grado di sovrapporre due elementi visivi e costruirci una
storia).
Chi non vedrà la mostra ma sfoglierà solo il catalogo ne
ricaverà una esperienza ancora più mediata. Attraverserà il Tempo e lo Spazio
che lo dividono da un’installazione effimera ormai inesistente nella sua realtà
fisica solo grazie a un codice cartaceo che diviene trait d’union con il
virtuale.
Ma solo chi ha le giuste APP sul giusto Phone può accedere
alla porta. Solo chi ha un computer e sa come navigare può accedere al link.
Come una volta solo chi sapeva leggere poteva accedere al
contenuto dei libri e usare le biblioteche. Ora le biblioteche entrano virtuali
nelle case e richiedono la nostra attiva partecipazione e coscienza per non
diventare labirintico blob universale.
VIR TU ALI
Metti in gioco la forza delle tue ali mentali se non vuoi
che la tua mente resti ammosciata su di una sedia… e nutrita a forza da
ALTRI VIR-ALI che uccidono il TU
che ti differenzia….
installazione nell'ambito della mostra
WONDER WOMAN - SAACS - Pieve di Teco 2011
a cura di Elisabetta Rota e UOVO DI STRUZZO